Essere un pro player di videogiochi oggi è il sogno di molte persone: ore spese al videogioco preferito scalando le classifiche mondiali con il grande obiettivo di diventare il numero uno al mondo. Le competizioni di videogiochi, meglio chiamate esport (cioè sport elettronici), stanno cambiando l’intrattenimento: migliaia di persone, soprattutto molti giovani, seguono i loro beniamini nei palazzetti e nelle arene; affollano le dirette in streaming per seguire i grandi tornei internazionali. Un grande movimento che anche in Italia trova la sua espressione in vari videogiochi, dagli sportivi fino ai simulatori di corsa, di cui Assetto Corsa è uno dei riferimenti più importanti nel panorama competitivo. La Predator Cup 2022 ha scelto proprio Assetto Corsa per mettere alla prova i giocatori migliori e decretare il campione nazionale. Michele Nerbi, Pro Player di 25 anni, investe molte ore al giorno per prepararsi: non solo davanti a uno schermo, ma anche, insieme con i compagni di squadra, rivedendo i replay, preparando strategie e allenandosi fisicamente per affronare al meglio ogni tipo di torneo.
Michele Nerbi: "Un’ora e mezza o due al giorno, per 3-4 giorni alla settimana. C’è chi preferisce girare tanto, io invece preferisco dedicare il tempo a studiare i replay e la telemetria dei circuiti. Passo tanto tempo a studiare i miei giri e quelli degli altri per capire dove sbaglio. Se consideriamo anche questa parte “extra gioco”, si parla di tre ore al giorno in media."
M.N.: "Io mi alleno principalmente da solo. Quando capita, però, mi alleno anche con i miei compagni perché è un valore aggiunto: riesci a capire se stai lavorando bene, ci si aiuta. E se hai un dubbio, con gli altri riesci a risolverlo. Lavorare con gli altri aiuta molto."
M.N.: "Sì, finita la gara si guardano i replay. Quando in una gara faccio male e altri invece hanno fatto bene, cerco di capire cosa gli altri hanno fatto meglio di me, che sia il setup dell’auto o gli errori sul circuito. Se c’è un incidente, allora si valuta quale sia stato l’errore, sempre con l’obiettivo di migliorarsi."
M.N.: "Ho appreso tutto dopo. Io ho cominciato a correre da privato e poi sono entrato a fare parte di un team. Sono migliorato tantissimo perché ero molto indietro rispetto ad altri che avevano più esperienza: come stare in gara o gestire i sorpassi. Cose che da solo è difficile imparare. Guardando gli altri, impari di più.
Per esempio, non ero capace di fare il setup della macchina: sapevo cosa non andasse, ma non sapevo come correggerlo. Grazie al team sono riuscito a imparare."
M.N.: "Si può sistemare l’aerodinamica, il grip meccanico, le molle: in Assetto Corsa si può regolare praticamente tutto."
M.N.: "Io ho cominciato con un torneo dal vivo. Guardando gli altri, che erano più esperti, mi sono accorto di quanto faccia differenza l’esperienza. Da lì ho cambiato completamente approccio, rendendolo più professionale e introducendo dei veri e propri schemi di allenamento."
M.N.: "Io arrivavo dal poker professionistico: mi ha aiutato per la gestione dell’ansia e della pressione. È una disciplina molto diversa, ma su tanti aspetti mi ha aiutato. È importante l’aspetto fisico: vado molto in bicicletta e cammino tanto. Non serve fissarsi su una cosa per tante ore perché non porta vantaggi, ma solo accumulo di pressione. È importante variare. "
M.N.: "È stato un caso. Ero in un centro commerciale e ho visto che c’era un torneo. Visto che mi piace la competizione, ci ho provato e sono arrivato in finale. Da lì è cominciato tutto. Ho giocato a poker per quattro anni, di cui un anno e mezzo a livello professionistico. Tre anni fa sono passato ad Assetto Corsa ."
M.N.: "Prima di una gara cerco di mettermi in testa ciò che andrò a fare così da poter gestire al meglio le mie emozioni. Quando c’è una qualifica, anch’io sento la pressione. Durante la settimana mi alleno sui tempi nel circuito e alla fine, concentrandomi su questo risultato, mi viene naturale. Altri magari riescono a fare bei tempi durante la settimana, ma durante la qualifica sentono la pressione e ottengono risultati peggiori. Mantenere la calma e la consapevolezza è fondamentale. A certi livelli l’aspetto mentale fa la differenza."
M.N.: "Il volante e la pedaliera influenzano fino a un certo punto. La grande differenza la fa il PC e soprattutto il monitor. All’inizio io avevo uno schermo con una frequenza di aggiornamento di 60 Hz; poi sono passato a uno schermo a 144 Hz. Per i giochi può fare una grande differenza, anche se nei simulatori di corsa come Assetto Corsa un po’ meno: vale di più con giochi come Dota . Per iniziare, però, un monitor a 60 Hz va bene, ma a certi livelli, dove anche un decimo di secondo può fare la differenza, avere tutto al top aiuta."
M.N.: "Uso una postazione Predator Gaming con Intel Core i7 e una scheda grafica Nvidia GeForce 3060 Ti con 16 GB di RAM. Per l’aggiornamento dipende: quello che ho adesso l’ho vinto l’anno scorso e va ancora molto bene."
M.N.: " F1 e Gran Turismo sono un po’ più arcade; Assetto Corsa è più simulativo. Passare ad Assetto Corsa può essere difficile per chi è abituato a giochi meno simulativi."
M.N.: "L’ho scelto perché mi è subito piaciuto il feedback che dava: è molto realistico e le principali competizioni si giocano su questo gioco. Avendo interesse per le competizioni, ho scelto questo simulatore."
M.N.: "I miei genitori l’hanno presa subito bene. Con persone meno giovani, è più difficile far capire loro cosa vado a fare perché non sanno cosa c’è dietro: non considerano il lavoro dietro alle competizioni, la preparazione fisica e mentale. Spiegarla non è facile."